San Valentino si festeggia il 14 febbraio, che è la data della morte del sacerdote della Chiesa Romana, Valentino, che fu decapitato nel 270 a Roma, sulla Flaminia (nelle adiacenze della “Porta del Popolo”), dall’imperatore Claudio II detto il “Gotico”. Valentino, fu un uomo amorevole e generoso con tutti, pagani e cristiani.
Valentino significa “colui che vale” (dal verbo latino “valeo”) e sono circa una ventina, i santi con il nome “Valentino”, tra Italia, Francia e Spagna, riportati nella “Bibliotheca Sanctorum”.
Perché San Valentino, oltre ad essere un guaritore e un esorcista, è celebrato soprattutto come i “Patrono degli Innamorati”?
Innanzitutto, va notato che se non si ama non si può mai scacciare il Male, inoltre, c’è un antico proverbio che dice: “San Valentino, la primavera sta vicino”. È conoscenza comune che la Primavera è la stagione del risveglio e del ricongiungimento della Natura, pertanto, San Valentino, è colui che annuncia la stagione degli amori, proprio come fa Cupido quando scocca le sue frecce del desiderio.
L’origine di questa data parte, però, dall’antichità. Infatti, il 14 febbraio rientrava nel periodo dei “Lupercalia”, che era il culto femminile dedicato a Giunone Purificata, la protettrice delle donne in gravidanza. Poi, secondo un agiografo dell’800 di nome Emidio Gentilucci, il culto di San Valentino, come protettore degli innamorati, è stato diffuso dai Benedettini in Francia e in Inghilterra in quanto convinti che gli uccelli cominciavano ad accoppiarsi proprio il 14 febbraio, giorno di San Valentino; in effetti, a febbraio rientrano alcune specie di uccelli migratori che, avvertendo i primi tepori primaverili, iniziano il corteggiamento e cominciano a costruire tra i cespugli, le cavità e sotto i tetti, i nidi per le femmine che vi andranno a deporre le uova. Da questa convinzione, il giorno di San Valentino diventa un giorno portatore di felicità, e in alcuni centri francesi e isole britanniche, proprio in questo giorno ci si fidanzava (sposandosi a San Giuseppe) e si celebrava il “valentinage”, ossia “una prova d’amore”, una consuetudine medievale per la quale, una volta all’anno, anche le mogli potevano unirsi al di fuori del matrimonio con uno sconosciuto, estratto pubblicamente a sorte; in effetti, si estraevano a sorte sia il “Valentino” uomo che la “Valentina” donna, con il loro consenso, e per tutto il giorno questa coppia novella si scambiava galanterie e piccoli doni. Nel 1589 (v. Paul Lacroix, 1858), in Francia, la chiesa di San Niccolò dei Campi, celebrava una processione con migliaia di partecipanti nudi, con in testa il curato Francesco de Pigenat. Questa notizia è riportata da un testimone oculare di nome Pierre de l’Estoile, che era un cronista parigino (nato nel 1546 e morto nel 1611), discendente di famiglie di giureconsulti e magistrati.
Un’altra celebrazione ricorrente di San valentino, ma molto più casta, è quella dei “valentines”, cioè quella di scambiarsi bigliettini d’amore (non SMS, o WApp!). Questa usanza nasce proprio da San Valentino, il quale, prima di essere portato al patibolo, lasciò alla figlia del suo carceriere, che aveva aiutato in occasioni precedenti, un bigliettino con su scritto: “dal tuo Valentino”.
Molte altre leggende fanno di Valentino, l’innamorato di Dio, il “patrono degli innamorati”, ad esempio, oltreoceano, ancora circola il racconto di due innamorati che, litigando di brutto dinanzi ad una chiesa dove si celebrava San Valentino, si videro circondati da uno stormo di piccioni i quali, girando in circolo si rincorrevano scambiandosi effusioni d’amore stringendo sempre di più il cerchio sino a far toccare, viso a viso, la giovane coppia che si vide “costretta” a baciarsi, che ritornò a fare i “piccioncini”. In Italia, invece, in onore di San Valentino, in alcuni centri del Sud si celebra “Il maritaggio delle giovani figliole”, che consiste nello scegliere a sorte una giovane indigente o orfana, per offrirle una piccola dote nuziale o il corredo. A Sassocorvaro, nelle Marche, dove si conservano alcune reliquie ossee di San Valentino, si narra che, ogni qual volta una coppia di innamorati andava a fargli visita in chiesa, il Santo si recava nel suo giardino per cogliere una rosa rossa donandogliela per rafforzare quella unione.
A proposito del rosso, San Valentino, nei dipinti di grandi maestri, appare con un mantello rosso o un paramento liturgico dello stesso colore e rosso è anche il nome della torta che si gusta in segno dell’amore a San Valentino, la “RED VELVET CAKE” (la torta VELLUTO ROSSO). Una torta servita, per la prima volta, al Waldorf-Astoria di New York per celebrare, nel modo più perfetto, un incontro, un fidanzamento, una promessa, uno sposalizio. La “RED VELVET è diventata nota al pubblico solo quando, in “Grey’s Anatomy”, la dottoressa Yang e il dottor Burke, cercavano una torta perfetta per il matrimonio.
Rosso è il colore che simboleggia, attraverso fiori, decorazioni, indumenti, luci e confezioni, l’intero periodo che comincia a Natale e termina a San Valentino. Il rosso indica il calore, la passione. Rosso è il colore del cuore, delle labbra, del fuoco. Un abito in velluto rosso indossato da una donna in alcune circostanze, è sensuale al tatto come la sua pelle, e alla vista come la fiamma. Un nastrino di velluto rosso che raccoglie i capelli di una donna, sempre in particolari circostanze, è un afrodisiaco potente. Uno scatolino di velluto rossoche contiene un anello di brillanti o una vera nuziale, riscalda il cuore in ogni circostanza. La rosa rossa, è il fiore dell’amore ardente, le ciliegie rosse, sono il frutto del dolce sapore del piacere, la torta RED VELVET, è la perfezione della celebrazione dell’amore.
Quante emozioni, sentimenti, sensazioni e suggestioni, scatena il rosso! Ora, immaginate, solo per un attimo, cosa provoca, per una coppia di innamorati: un divano di velluto rosso, un goccio di cherry o di vino rosso rubino, una luna timida che si affaccia nei vetri della finestra e una torta “RED VELVET” con sopra uno scatolino spalancato che mostra la luce scintillante di un anello di brillanti … Alla RED VELVET ci penso io ad insegnarvela a fare, allo scatolino con l’anello di brillanti, pensateci però voi e subito. Cosa c’è di più bello che rendere felici qualcuno che si ama?
Vogliamoci sempre bene, creando in ogni occasione DOLCI MOMENTI.